Ucraina, FISH: “La ricostruzione deve essere inclusiva”

In occasione del side event organizzato oggi dal Ministero per le Disabilità e dal Forum Europeo sulla Disabilità, nell’ambito della Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina (URC2025), FISH ha sottolineato come nessuna ricostruzione possa dirsi completa se non tiene conto delle persone con disabilità. L’Ucraina ha davanti a sé una sfida immensa. Nel corso dell’iniziativa abbiamo ribadito la necessità di un impegno concreto da parte dell’Unione Europea e dei donatori internazionali affinché le persone con disabilità siano protagoniste dei processi di rinascita del Paese duramente colpito dalla guerra.

Dal 2022 sono stati messi in campo, da 15 organizzazioni di persone con disabilità, diversi progetti in Ucraina, Polonia, Moldavia e Lettonia, che hanno coinvolto oltre 70mila persone. Ma non basta. Chiediamo che i fondi per la ricostruzione siano vincolati al rispetto della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità e che si investa su luoghi, servizi, infrastrutture e processi realmente accessibili. Secondo i dati presentati durante il panel, in Ucraina vivono oltre 2,7 milioni di persone con disabilità. Numero cresciuto di oltre 300mila unità dall’inizio del conflitto. Queste persone affrontano quotidianamente barriere sistemiche nell’accesso all’istruzione, all’occupazione, all’assistenza sanitaria e alla mobilità.

A rappresentare la federazione all’incontro c’era il vicepresidente vicario Roberto Speziale. “Fermo restando che il nostro auspicio è di poter vedere, al più presto, concreti segnali che portino verso una pace giusta, riteniamo che la ripresa e la ricostruzione dell’Ucraina possa rappresentare una occasione imperdibile per rendere concreto il principio di solidarietà tra i popoli, attuando quanto detto dal Santo Padre ovvero che bisogna tutti operare per una pace disarmata e disarmante. Occorre, prima di tutto mettere fine alle indicibili sofferenze del popolo ucraino e delle persone con disabilità, divenute tali anche a causa della guerra. Detto questo il piano dell’auspicata ricostruzione può rappresentare un grande banco di prova per sperimentare ed attuare il principio di accessibilità universale sancito dalla Convenzione ONU. Serve, quindi, un cambio di passo affinché ogni investimento tenga conto dei diritti delle persone con disabilità e sia davvero rivolto a tutti, nessuno escluso. Questa ricostruzione deve essere centrata su accessibilità e universalità degli interventi”. A dirlo il vicepresidente vicario di FISH, Roberto Speziale.

“La sfida che attende l’Ucraina è enorme ma renderla inclusiva è un dovere giuridico, etico e politico, non una scelta. Nessuna crescita è sostenibile se lascia indietro le persone più vulnerabili. Non si può parlare di ricostruzione senza ascoltare chi quella ricostruzione la vive, la aspetta, la costruisce ogni giorno. Non possiamo parlare di rinascita se non ascoltiamo e coinvolgiamo chi quella rinascita la vive, la aspetta, la costruisce ogni giorno. Nessuna crescita è sostenibile se lascia indietro le persone più vulnerabili. Le organizzazioni di persone con disabilità non devono solo essere ascoltate, ma coinvolte attivamente nella progettazione e nel monitoraggio della ricostruzione. L’inclusione è una scelta che conviene, è giustizia e sviluppo insieme. Ricostruire significa immaginare un futuro nuovo: facciamolo davvero insieme, nessuno escluso”. A dirlo il presidente FISH, Vincenzo Falabella.

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