Livelli essenziali di assistenza: verso una svolta?

Il Ministro della Salute Renato BalduzziSono segnali nuovi e positivi che ci auguriamo possano trovare compimento e a cui daremo tutto il nostro sostegno”. Questo il commento a caldo di Pietro Barbieri, presidente della FISH, a margine dell’audizione di ieri del neo Ministro alla Salute, Renato Balduzzi, presso la Commissione Igiene e Sanità del Senato dove ha presentato le linee programmatiche del suo dicastero.

Appare evidente nelle parole del Ministro che il contenimento della spesa non deve incidere sulla qualità della sanità. Osserva il Ministro: “In un momento in cui siamo in presenza di un temuto e forte rallentamento della crescita è indispensabile fare dell’appropriatezza il faro che illumina tutta la materia. Altrimenti, si ridurrebbe il grado di soddisfazione del cittadino in modo considerevole, come accade in presenza di un razionamento delle prestazioni, dell’allungamento dei tempi di attesa e di un’eccessiva compartecipazione”.

Ma sono molto rilevanti, e teoricamente di svolta, anche le parole del Ministro che riguardano i LEA, i livelli essenziali dell’assistenza, immutati dal 2001 e largamente insoddisfacenti. “I nuovi LEA aspettano da tempo una loro conclusione”: è con questa premessa che Balduzzi prospetta l’attivazione di un tavolo di lavoro tra Stato e Regioni per accelerarne la ridefinizione. L’approccio sarà “graduale, per disegnare una loro rimodulazione complessiva”, ma il Ministro indica alcune priorità: “le malattie rare, l’epidurale, la disabilità”.

Almeno in ambito sanitario sembrano, quindi, profilarsi alcune novità che si sono attese invano per anni. E in ambito sociale? A quando la definizione dei livelli essenziali dell’assistenza sociale (LIVEAS)? “Questa è una nostra battaglia da almeno dieci anni. La definizione di quei Livelli era la coerente conseguenza della riforma assistenziale del 2000, rimasta invece lettera morta. Abbiamo sempre sostenuto che la definizione dei livelli essenziali di assistenza definisce diritti soggettivi certi e favorisce una buona programmazione delle politiche e delle risorse”. Così commenta Barbieri che aggiunge: “La nomina di Maria Cecilia Guerra come sottosegretario al welfare ci fa ben sperare – sapendola convinta della definizione dei livelli essenziali configurati anche come diritti esigibili – di trovare nel nuovo Governo una sponda a nostre consolidate convinzioni”.

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