Le Manovre tagliano l’assistenza

Con la Manovra appena approvata, assieme a quella di luglio, le politiche sociali del nostro Paese subiscono una nuova possente spallata.

Le misure contenute nelle due Manovre comportano una netta retrazione della spesa sociale. I tagli agli enti locali e quelli ai Ministeri saranno la causa, fra pochi mesi, della sospensione di molti servizi e prestazioni di competenza dei Comuni, che già prima delle Manovre erano in forte difficoltà. Asili nido, assistenza domiciliare, supporti all’autonomia personale, assegni di cura sono destinati a diminuire drasticamente colpendo bambini, anziani e disabili. Ad essere investite da questa prima ondata saranno, con diversa intensità, almeno 10 milioni di famiglie italiane.

Ma il colpo definitivo sarà sferrato con la riforma assistenziale sulla quale il Governo sta per chiedere la delega per poter fare cassa.

Dalle due Manovre una indicazione esce nettissima: con la riforma assistenziale e fiscale bisogna recuperare 40 miliardi: 4 miliardi nel 2012, 16 miliardi nel 2013 e 20 miliardi dal 2014. È evidente a chiunque che con quella premessa i servizi e le prestazioni sociali non potranno che essere ulteriormente limitati, compressi, soppressi.

La Manovra appena approvata prevede che l’impatto di quei 40 miliardi possa essere affievolito intervenendo sulle imposte indirette, cioè sulle aliquote IVA. Ma il Governo ha già usato quella chance per evitare altre imposizioni (es. la patrimoniale), innalzando l’aliquota ordinaria IVA dal 20 al 21%. Quella opportunità è, quindi, “bruciata” e l’impatto non potrà essere addolcito a meno che non si alzi ulteriormente l’aliquota IVA al 22% oppure non si ritocchino anche le aliquote su beni e servizi di prima necessità (4 e 10%). Ipotesi inquietanti, ma – visto il contesto politico – tutt’altro che da escludere.

Inizia una fase ancora più difficile e pericolosa – commenta preoccupato Pietro Barbieri, presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap – soprattutto per le persone con più grave disabilità. Le stime più ottimistiche ci fanno ritenere che almeno un terzo dei disabili gravi perderà entro un anno ogni tipo di assistenza, in particolare l’indennità di accompagnamento e gli eventuali assegni di cura che alcune – poche – regioni avevano timidamente iniziato ad erogare.”

Scelte politiche che appaiono ancora più gravi in un momento in cui sono le famiglie le prime a rischio di default.

Informazione capillare a tutte le famiglie su cosa si sta rischiando e decidendo, iniziative di pressione e di protesta anche eclatante, interventi presso tutte le sedi istituzionali centrali e regionali sono le azioni che la FISH ha già stabilito per un autunno che si presenta come particolarmente caldo.

La mobilitazione della FISH conta sul sostegno di migliaia di persone, – avverte Barbieri – come testimoniano le 23 mila adesioni in 10 giorni alla nostra iniziativa ‘Fermiamoli con una firma!’.”

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