FISH ha presentato oggi, in corso di audizione al tavolo ISEE, una memoria con delle osservazioni al regolamento ISEE DPCM 159/2013, che denuncia gravi distorsioni nell’attuale disciplina dell’ISEE e propone una riforma strutturale per rendere questo strumento finalmente equo e aderente alla realtà. Secondo la federazione, nonostante le pronunce giurisprudenziali e gli interventi normativi degli ultimi anni abbiano chiarito che le prestazioni assistenziali legate alla disabilità non costituiscono reddito, queste continuano a influenzare negativamente l’indicatore economico attraverso la componente patrimoniale. Pensioni di invalidità, indennità di accompagnamento o risarcimenti per danno biologico, una volta accreditati sui conti correnti, innalzano artificialmente la giacenza media. Si tratta di risorse destinate a compensare svantaggi strutturali, non ad arricchire chi le riceve, eppure il loro accumulo sui conti correnti innalza artificialmente l’indicatore, privando spesso i beneficiari di servizi essenziali.
FISH punta anche il dito contro una discriminazione ancora troppo sottovalutata. L’impossibilità, per i minori con disabilità, di accedere all’ISEE sociosanitario, riservato oggi soltanto agli adulti. Questa limitazione costringe intere famiglie a un calcolo meno vantaggioso, aggravando situazioni già complesse. A ciò si aggiunge una scala di equivalenza inadeguata. L’attuale maggiorazione di 0,5 non riflette il reale peso economico della disabilità, che comporta costi elevati e minori opportunità di reddito.
Le criticità non si fermano qui. La possibilità di utilizzare l’ISEE ristretto per l’Assegno Unico Universale, prevista dalla normativa, è spesso disattesa dall’INPS e da molti enti locali, che adottano interpretazioni restrittive. In questo modo, migliaia di persone si vedono riconosciuti importi ridotti o vengono escluse del tutto dalle prestazioni. Per superarle FISH chiede avanza proposte chiare. Escludere dal calcolo ISEE tutte le prestazioni connesse alla disabilità, estendere il nucleo ristretto anche ai minori, rivedere la scala di equivalenza per renderla più equa e allineare le prassi applicative alle disposizioni di legge.
“L’ISEE non può essere uno strumento che produce diseguaglianze. Chiediamo un intervento immediato e strutturale perché l’ISEE torni a essere uno strumento fedele alla realtà, capace di garantire uguaglianza sostanziale. Non è accettabile che risorse destinate a colmare svantaggi si trasformino in ostacoli per chi già affronta difficoltà quotidiane. Confidiamo in un dialogo costruttivo con le istituzioni per tradurre queste richieste in azioni concrete, restituendo dignità e diritti a migliaia di cittadini”. A dirlo il presidente FISH, Vincenzo Falabella.