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FISH: difendere diritti studenti con disabilità, non rendite di posizione

FISH esprime profonda contrarietà all’impugnazione da parte di Flc Cgil e Gilda Unams del decreto ministeriale che introduce la possibilità di confermare il docente di sostegno sul medesimo alunno con disabilità, su richiesta della famiglia e con il parere positivo del dirigente scolastico, sentito il Gruppo di Lavoro Operativo. Le posizioni espresse dai due sindacati sono miopi rispetto ai reali bisogni degli alunni con disabilità e delle famiglie, nonché parziali e fuorvianti nel richiamo a principi costituzionali e normativi. La conferma del docente di sostegno sul medesimo posto rappresenta un passo concreto verso il rispetto del principio della continuità didattica, elemento fondamentale nel percorso educativo e relazionale degli alunni con disabilità. Parlare, come fanno i sindacati, di lesione del diritto all’accesso al lavoro pubblico o di libertà d’insegnamento subordinata alla famiglia significa distorcere il senso e i limiti del provvedimento.

Il docente di sostegno non è un supplente a rotazione: è un professionista che supporta il progetto di inclusione della classe e dell’alunno, in un lavoro costruito nel tempo con la scuola e la famiglia. Non è la famiglia a scegliere il docente, ma può solo esprimere una richiesta, che viene valutata dal dirigente scolastico insieme al gruppo di lavoro docente, nel rispetto delle regole e della collegialità. Inoltre la federazione è da sempre favorevole alla stabilizzazione dei docenti di sostegno e al superamento dell’abuso dei posti in deroga. Ma è scorretto contrapporre la continuità educativa alla lotta al precariato. I due obiettivi possono e devono coesistere. La continuità per gli alunni con disabilità non è un ostacolo, ma una richiesta urgente che viene dalle famiglie, dalle scuole e da tutte le organizzazioni che si occupano di inclusione.

«L’impugnazione del decreto appare come una difesa corporativa che rischia di allontanarsi dai reali diritti degli studenti con disabilità. Parlare di lesione del diritto all’accesso al lavoro pubblico significa, in questo caso, ignorare che il sistema scolastico esiste innanzitutto per rispondere ai bisogni educativi degli studenti, non per garantire meccanismi astratti di rotazione del personale. Non è un ammortizzatore sociale. Piuttosto che impugnare una norma che mette al centro l’alunno auspichiamo che tutte le forze in campo, sindacati compresi, si uniscano nella battaglia che davvero serve alla scuola italiana, la trasformazione dei posti in deroga in organico di diritto e la piena attuazione del progetto di inclusione personalizzato. Noi siamo pronti a sostenere ogni misura che metta al centro la persona con disabilità, la sua crescita, la sua autonomia e il suo diritto a un progetto educativo continuo e coerente». A dirlo il presidente FISH e consigliere CNEL, Vincenzo Falabella.

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