Le dichiarazioni del Ministro della Salute Schillaci, rispondendo al question time alla Camera in merito alla gestione degli ausili per le persone con disabilità, non bastano. Non bastano a fermare i disagi. Non bastano a ripristinare i diritti violati ed a garantire uniformità e rispetto delle norme su tutto il territorio nazionale. Il nuovo sistema introdotto dal decreto Tariffe collegato al DPCM 12/2017 non avrebbe inciso negativamente sui diritti delle persone con disabilità. Ma la realtà quotidiana è ben diversa. Le segnalazioni che ci sono giunte raccontano una realtà fatta di ritardi, rimpalli di responsabilità, interpretazioni divergenti, richieste improprie di pagamento, e difficoltà nell’ottenere interventi tempestivi su ausili essenziali. In particolare per le carrozzine elettriche, ma vale per ogni ausilio riconosciuto dal Nomenclatore Allegato 5 al DPCM 12/2017, approvato con il Decreto Tariffe dell’elenco 1 il 30 dicembre 2024. È inaccettabile che il rispetto dei diritti delle persone con disabilità continui a dipendere da dove si abita, da chi risponde a uno sportello, da quanto è efficiente o meno una singola ASL.
Le parole del Ministro, per quanto formali e corrette sotto il profilo normativo, non colgono la gravità del problema. È proprio l’applicazione concreta della norma a essere in crisi. Ed è in questa distanza tra il principio e la prassi che si consuma, ogni giorno, la frustrazione e la rinuncia forzata all’autonomia di migliaia di persone con disabilità. Gli ausili non sono una gentile concessione. Sono un diritto garantito dai Livelli Essenziali di Assistenza. Sono strumenti di cittadinanza. La loro piena funzionalità non può essere oggetto di ambiguità, né rimandata per mancanza di indicazioni operative o disallineamenti tra Ministero e Regioni. Il quadro normativo è chiaro. Le prestazioni devono essere garantite, anche oltre i limiti di garanzia, a totale carico del sistema sanitario. Il problema non è nelle regole, ma nella loro effettiva applicazione.
“Non serve un’altra dichiarazione rassicurante. Serve un intervento strutturale e immediato. È necessaria una regia nazionale più forte, in grado di intervenire quando i diritti sanciti non trovano applicazione effettiva. Non è accettabile che a quasi un anno dall’adozione del nuovo decreto Tariffe, e a più di sette anni dall’approvazione della norma di riferimento, le persone con disabilità siano ancora costrette a denunciare ciò che dovrebbe essere garantito. Il Governo ha il dovere di assicurare che i diritti non siano solo affermati, ma resi effettivi. Le parole non bastano più. Occorrono misure concrete, controlli veri e la volontà politica di non lasciare nessuno indietro. Chi ha una disabilità non può vivere in attesa di un’interpretazione o di una gara regionale. Ha diritto a una risposta, ora”. A dirlo il presidente FISH, Vincenzo Falabella.