FISH, anniversario Convenzione ONU diritti persone con disabilità, ma inclusione lontana

Oggi ricorre l’anniversario della ratifica da parte dell’Italia della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. Un documento che ha tracciato la strada per garantire pari opportunità e piena partecipazione nella società alle persone con disabilità. A distanza di anni molti traguardi sono stati raggiunti, ma sono ancora diverse le criticità e gli ostacoli che impediscono alle persone con disabilità di vivere una vita piena ed inclusiva.

Secondo i dati Istat, il tasso di occupazione delle persone con disabilità è fermo al 34,5%, a fronte di una media del 58,1% per il resto della popolazione. Il tasso di disoccupazione per le persone è ancora molto alto rispetto all’intera popolazione. Questo quadro evidenzia una chiara difficoltà di accesso al mercato del lavoro. Nel mondo della scuola e dell’università, nonostante i progressi normativi, restano gravi problemi di accessibilità e supporto. L’inclusione scolastica è spesso compromessa da carenze di insegnanti specializzati, barriere nei percorsi di studio ed una diffusa mancanza di cultura inclusiva.
Le persone con disabilità devono poter partecipare pienamente alla vita sociale, culturale, politica del Paese. Non basta garantire l’accesso fisico a luoghi pubblici e ad eventi culturali. È necessario un cambiamento culturale profondo che porti a una vera valorizzazione della diversità e delle potenzialità di ciascuno. La federazione chiede un impegno concreto da parte delle istituzioni, delle imprese e della società civile per tradurre in azioni tangibili i principi sanciti dalla Convenzione ONU.
“Non possiamo accontentarci di un’inclusione formale. Servono interventi strutturali per abbattere le barriere, garantire l’accesso al lavoro, rendere la scuola davvero inclusiva e promuovere una cultura davvero inclusiva. A distanza di anni il principio di pari opportunità resta ancora un obiettivo più che una realtà. Le persone con disabilità sono ancora troppo spesso escluse dalle decisioni che le riguardano, e le politiche pubbliche non sono sufficientemente incisive per garantire un cambiamento reale”. A dirlo il presidente FISH, Vincenzo Falabella.

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